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Correlazioni in Medicina



Esiti della chirurgia per cardiopatia congenita nella sindrome di Down


Sono state descritte le caratteristiche e i tassi post-operatori di morbilità e mortalità di pazienti con sindrome di Down sottoposti a chirurgia per cardiopatia congenita.

Per la coorte di studio retrospettiva è stato utilizzato il Society of Thoracic Surgeons Congenital Heart Surgery Database per confrontare le caratteristiche e gli esiti post-operatori dei pazienti ( 0-18 anni ) con o senza sindrome di Down sottoposti a intervento chirurgico nel periodo 2000-2008.

In totale, 45.579 pazienti ( 4.350 con sindrome di Down e 41.229 senza ) sono stati inclusi nello studio ( età mediana: 7 mesi [ intervallo interquartile [ IQR ]: da 47 giorni a 4 anni ]; 56% maschi ).

I pazienti con sindrome di Down sono risultati più giovani al momento dell'intervento chirurgico, ad eccezione di quelli sottoposti a risoluzione della tetralogia di Fallot o di difetto del setto atrio-ventricolare.

I tassi di mortalità per i pazienti con o senza sindrome di Down non hanno mostrato differenze significative.

La permanenza in ospedale è risultata prolungata nei pazienti con sindrome di Down sottoposti a chiusura del difetto del setto atriale ( mediana: 4 giorni [ IQR: 3-5 giorni ] vs 3 giorni [ IQR: 2-4 giorni ]; P inferiore a 0.0001 ), chiusura del difetto del setto ventricolare ( mediana: 5 giorni [ IQR: 4-8 giorni ] vs 4 giorni [ IQR: 3-6 giorni ]; P inferiore a 0.0001 ) o risoluzione della tetralogia di Fallot ( 7 giorni [ IQR: 5-10 giorni ] vs 6 giorni [ IQR: 5-9 giorni ]; P inferiore a 0.001 ) e sono risultate associate a complicanze post-operatorie e di tipo infettivo.

I pazienti con la sindrome di Down sottoposti a chiusura del difetto settale ventricolare hanno mostrato un tasso superiore di blocco cardiaco che ha richiesto l'impianto di pacemaker ( 2.9% vs 0.8%; P inferiore a 0.0001 ).

In conclusione, in questo ampio studio di coorte, la sindrome di Down non ha conferito un rischio significativo di mortalità per gli interventi più comuni; tuttavia, la morbilità post-operatoria è rimasta comune. ( Xagena2010 )

Fudge JC Jr et al, Pediatrics 2010; 126: 315-322


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